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infermi2021L’esperienza della malattia ci fa sentire la nostra vulnerabilità e, nel contempo, il bisogno innato dell’altro; sperimentiamo in maniera evidente la nostra dipendenza da Dio. Quando siamo malati, infatti, l’incertezza, il timore, a volte lo sgomento pervadono la mente e il cuore; ci troviamo in una situazione di impotenza, perché la nostra salute non dipende dalle nostre capacità o dal nostro “affannarci” (cfr Mt 6,27).

La malattia impone una domanda di senso, che nella fede si rivolge a Dio: una domanda che cerca un nuovo significato e una nuova di-rezione all’esistenza, e che a volte può non trovare subito una ri-sposta. Gli stessi amici e parenti non sempre sono in grado di aiu-tarci in questa faticosa ricerca. Emblematica è, al riguardo, la figura biblica di Giobbe. La moglie e gli amici non riescono ad accompa-gnarlo nella sua sventura, anzi, lo accusano amplificando in lui solitudine e smarrimento. Giobbe precipita in uno stato di abbandono e di incomprensione. Ma proprio attraverso questa estrema fragilità, respingendo ogni ipocrisia e scegliendo la via della sincerità verso Dio e verso gli altri, egli fa giungere il suo grido insi-stente a Dio, il quale alla fine risponde, aprendogli un nuovo orizzonte. Gli conferma che la sua sofferenza non è una punizione o un castigo, non è nemmeno uno stato di lontananza da Dio o un segno della sua in-differenza.

Così, dal cuore ferito e risanato di Giobbe, sgorga quella vibrante e commossa dichiarazione al Signore: «Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto» (42,5).

La vicinanza, infatti, è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. Uniti a Cristo per l’azione dello Spirito Santo, siamo chiamati ad essere misericordiosi come il Padre e ad amare, in particolare, i fratelli malati, deboli e sofferenti (cfr Gv 13,34-35). E viviamo questa vicinanza, oltre che personalmente, in forma comunitaria: infatti l’amore fraterno in Cristo genera una comunità capace di gua-rigione, che non abbandona nessuno, che include e accoglie soprattutto i più fragili.

Dal Messaggio del papa per la 34a Giornata mondiale del malato

 

MESSA CON UNZIONE DEGLI INFERMI
In occasione della Giornata mondiale del malato, GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO
nelle nostre comunità saranno celebrate due sante messe
(ore 16.30 a Voltabrusegana, ore 18.30 a Mandria)
durante le quali sarà amministrato il sacramento dell’unzione degli infermi.
Vi invitiamo ad accompagnare a queste celebrazioni chi potrebbe averne bisogno: familiari, ma anche persone sole che abitano nella vostra via.

 

 

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